DISTURBI DELLA SESSUALITA’ - Introduzione


Nella nostra società occidentale, in cui i valori propinati dai mass media sono essenzialmente l’apparenza, la bellezza, la ricchezza, diventa sempre più difficile confrontarsi con i modelli e le richieste contraddittorie in tutti i campi. Nell’ambito della sessualità, l’attenzione dell’immaginario collettivo è completamente focalizzata sulla prestazione, e restano in secondo piano aspetti come il vissuto soggettivo del piacere, la relazione, la comunicazione all’interno della coppia.

In questo contesto le disfunzioni sessuali possono svolgere il ruolo di sintomi o segnali di un disturbo più profondo o non individuale (della coppia).

Il Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-IV-TR, descrive vari tipi di Disfunzioni Sessuali, le Parafilie, e i Disturbi dell'Identità di Genere.

- Le Disfunzioni Sessuali si manifestano con modificazioni del desiderio sessuale e in generale delle risposte sessuali a livello psicofisiologico. Per poter parlare di disturbo, è necessario che l’individuo avverta in questo ambito forte disagio e difficoltà interpersonali. A nostro parere, è evidente l’importanza di questo ultimo punto, cioè la sfera delle relazioni interpersonali, data la natura del disturbo che si manifesta soprattutto nelle relazioni più intime, durature o transitorie che siano. Molto spesso infatti questo tipo di patologie riguardano anche il partner sessuale, per questo possiamo definirli disturbi di coppia: il partner può essere interessato solo di riflesso, oppure, come accade più spesso, l’origine del disturbo può ritrovarsi proprio nella coppia.

La sessualità rappresenta infatti forse il principale strumento di comunicazione e interazione profonda tra i partner, per questo un qualsiasi problema ad un altro livello si esprime anche nella sfera sessuale.

Inoltre tantissime fonti di stress individuale che riguardano la vita quotidiana (problemi lavorativi, economici, sociali, etc) trovano il principale canale di sfogo nel comportamento sessuale o in quello alimentare, in quanto dal punto di vista evolutivo, rappresentano comportamenti  essenziali per la sopravvivenza a livello sia individuale che della specie.

Le Disfunzioni Sessuali per il DSM sono: i Disturbi del Desiderio Sessuale (Disturbo da Desiderio Sessuale Ipoattivo, Disturbo da Avversione Sessuale), i Disturbi dell'Eccitazione Sessuale (Disturbo dell'Eccitazione Sessuale Femminile, Disturbo Maschile dell'Erezione), Disturbi dell'Orgasmo (Disturbo dell'Orgasmo Femminile, Disturbo dell'Orgasmo Maschile, Eiaculazione Precoce), Disturbi da Dolore Sessuale (Dispareunia, Vaginismo), Disfunzione Sessuale Dovuta ad una Condizione Medica Generale, Disfunzione Sessuale Indotta da Sostanze, e Disfunzione Sessuale Non Altrimenti Specificata.

- Le Parafilie corrispondono a quelle che Freud chiamava “perversioni”, caratterizzate secondo lo psicoanalista dalla prevalenza di una pulsione sessuale parziale (orale, anale, etc). L’aspetto fondamentale delle definizioni psicoanaliste di questo disturbo è un giudizio morale ed etico, che poco ha a che vedere con un approccio scientifico.  

Nelle definizioni iniziali la componente patologica di questi disturbi risiedeva nel fatto che gli atti sessuali fossero effettuati con parti del corpo “sbagliate” o non corrispondenti a quelle “normali” (genitali eterosessuali), oppure seguendo idee  sessuali “sbagliate” (non corrispondenti all’unione d’amore tra adulti eterosessuali). Queste definizioni perdurano in molti analisti contemporanei, anche se ormai è sempre più diffusa l’accettazione di atti omosessuali.

E’ evidente dunque in queste definizioni un’influenza culturale e religiosa, in particolare cattolica, che vede l’atto sessuale finalizzato esclusivamente alla riproduzione nell’ambito di un matrimonio o nel progetto di costruire una famiglia. Per questi motivi tali comportamenti assumono significati diversi in culture diverse, in epoche storiche diverse ed in riferimento a religioni diverse.

A nostro parere l’atto sessuale va considerato come un atto di scambio reciproco all’interno di una coppia, in cui non sono gli schemi normativi di una determinata cultura ma i desideri di entrambi a determinarne il carattere non patologico. Inoltre da molti secoli ormai l’essere umano è riuscito a staccarsi dalla funzione esclusivamente biologica dell’atto sessuale, rendendolo un atto creativo e finalizzato al raggiungimento del piacere fisico e psicologico.

La perversione (o meglio la parafilia)  può essere sia un gioco condiviso all’interno della coppia, e in questo caso non può essere considerato una patologia, sia un meccanismo psicologico coatto, che non consente di scegliere e che diviene l’unico modo per ottenere piacere.

Altri autori hanno sottolineato che l’aspetto patologico è rappresentato dalla rabbia, paura e dall’ostilità che spesso caratterizzano questi comportamenti.

Anche il DSM mostra nella definizione il riferimento a norme e schemi condivisi: le Parafilie si manifestano attraverso impulsi, fantasie, o comportamenti sessuali ripetuti che riguardano oggetti, atti o situazioni inconsuete rispetto alla maggioranza della popolazione. Oltre a ciò, ovviamente è necessario che ci sia anche un forte disagio a livello clinico oppure una  compromissione del funzionamento sociale, lavorativo, etc.

Le Parafilie, secondo il DSM-IV, sono: Esibizionismo, il Feticismo, il Frotteurismo, la Pedofilia. il Masochismo Sessuale, il Sadismo Sessuale, il Feticismo di Travestimento, il Voyeurismo, e la Parafilia non Altrimenti Specificata.

- I Disturbi dell'Identità di Genere sono caratterizzati da intensa e persistente identificazione col sesso opposto, associata a persistente malessere riguardante la propria assegnazione sessuale.
- Il Disturbo Sessuale Non Altrimenti Specificato viene incluso per codificare i disturbi del funzionamento sessuale che non sono classificabili in alcuna categoria specifica. È importante sottolineare che i concetti di devianza, di standard della prestazione sessuale, e di adeguato ruolo sessuale possono variare da cultura a cultura.

Disfunzioni sessuali
Una disfunzione sessuale può caratterizzare una o più fasi della risposta sessuale:

1. Fase del Desiderio. Consiste in fantasie sull'attività sessuale e nel desiderio di praticare un'attività sessuale.
2. Fase di Eccitazione. Consiste in una sensazione soggettiva di piacere sessuale e nelle concomitanti modificazioni fisiologiche.
3. Fase dell’Orgasmo. Consiste in un picco di piacere sessuale, con allentamento della tensione sessuale e contrazioni ritmiche dei muscoli perineali e degli organi riproduttivi.
4. Fase di Risoluzione. Questa fase consiste in una sensazione di rilassamento muscolare e di benessere generale.
Per quanto riguarda lo stato di coscienza, esso rimane integro nelle prime due fasi (desiderio ed esitazione) della risposta sessuale e nell’ultima (risoluzione), per cui la relazione si svolge in modo reciproco e si da e si riceve attenzione e calore. Nella fase dell’orgasmo, invece, si ha un lieve obnubilamento della coscienza (da 3 a 5 secondi) in cui l’individuo è come staccato dalla realtà circostante, il che si esprime fisiologicamente con una disattenzione verso ciò che è altro da sé.

In questa fase la relazione, durante l’atto sessuale, è come se fosse sospesa, interrotta, l’individuo è concentrato sul piacere egoistico, come isolato.

Desiderio: deriva dal latino “de-sidera” che vuol dire “senza astri” e si riferisce alla leggenda di un auruspice che quando il cielo era coperto da nuvole e non poteva vedere le stelle, era incapace di fare le sue profezie. L’etimologia mette in evidenza come il desiderio sia strettamente legato all’oggetto e alla sua disponibilità, e tenda a scomparire nel caso in cui non possa essere soddisfatto.



 

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