CRAIK E LOCKHART: LIVELLI DI ELABORAZIONE
Secondo la teoria dei livelli di elaborazione proposta da Craik e Lockhart (1972), ogni stimolo può essere sottoposto a diversi livelli di elaborazione diversi tra loro in quanto a profondità e complessità. Inoltre vi è una relazione tra il livello di elaborazione a cui è sottoposto uno stimolo e la sua ritenzione in memoria.
Più precisamente questi autori dimostrarono che l’elaborazione più profonda dell’informazione dà luogo ad una migliore memorizzazione.
Essi utilizzarono la tecnica dell’apprendimento incidentale in cui l’apprendimento è involontario ed il recupero volontario, dunque una tecnica speculare all’apprendimento implicito, in cui l’apprendimento è involontario e il recupero volontario.
Nel loro esperimento viene presentata al soggetto una lista di parole; poi, per ciascuna di esse, viene posta una domanda che può indurre uno di questi 3 livelli di elaborazione: ortografico, fonologico o semantico (in ordine di complessità). Ad esempio: “La parola è scritta a lettere maiuscole o minuscole?”(livello di elaborazioneortografico); oppure: “La parola fa rima con rana?”(livello di elaborazione fonologico); “Questo animale vive negli stagni?”(livello semantico).
Partendo dal presupposto non verificato che l’analisi semantica sia un livello di elaborazione dell’informazione più profonda rispetto a quelle ortografica e fonologica, risultò che vi era una percentuale maggiore di parole riconosciute (in un test di riconoscimento successivo) qualora queste fossero state indirizzate al livello di elaborazione più profondo (semantico). Tale percentuale era simile a quella ottenuta dall’apprendimento intenzionale.