DISLESSIA O ALESSIA


Per dislessie acquisite si intende l'incapacità di lettura in seguito a lesioni cerebrali solitamente a carico dell'emisfero sinistro in individui che precedentemente possedevano una capacità di lettura normale.

Nei paesi anglofoni il termine dislessia è utilizzato solamente nei casi in cui il disturbo è legato allo sviluppo, mentre per i disturbi acquisiti viene utilizzato il termine alessia; noi li abbiamo utilizzati come sinonimi.

La dislessia consiste nell’incapacità di assegnare il suono corretto, il significato o entrambi alla parola scritta.

Inoltre si distingue tra dislessia letterale, in cui il deficit riguarda selettivamente le lettere presentate singolarmente, e dislessia verbale in cui il deficit riguarda la lettura di parole; il disturbo può anche esprimersi come una difficoltà nella lettura di frasi e non in quella di parole e può riguardare selettivamente il materiale alfabetico o i numeri scritti in codice arabico.

E' raro che la dislessia si presenti isolatamente; più frequentemente essa è associata ad altri disturbi afasici.

- MODELLO COGNITIVISTA DELLA  DISLESSIA

In generale i modelli cognitivisti a doppia via prevedono un sistema di analisi visiva che analizza le caratteristiche visive della parola scritta, un lessico visivo di entrata che contiene le rappresentazioni ortografiche delle parole, un sistema semantico che contiene le rappresentazioni semantiche a cui le rappresentazioni ortografiche sono associate e un lessico fonologico di uscita che contiene le rappresentazioni fonologiche delle parole.

La via lessicale è scomponibile in due vie; una via lessicale-semantica, che prevede che le parole familiari vengano riconosciute nel lessico visivo di entrata, che il loro significato emerga dall'attivazione del sistema semantico e il loro suono dall'attivazione del lessico fonologico.

Vi è poi una via lessicale-fonologica che è una via diretta che collega il lessico di entrata visivo con il lessico fonologico e che rende possibile la lettura di parole conosciute senza la comprensione del loro significato.

La via non lessicale invece consente di leggere parole sconosciute e non-parole, per cui le lettere che costituiscono la stringa vengono convertite direttamente nei fonemi appropriati attraverso le regole di conversione standard.

Quindi la lettura di parole sconosciute e di non parole implica l'utilizzo della via non lessicale; la lettura di parole regolari e irregolari conosciute può fare uso di entrambe le vie lessicali. Nel caso delle parole irregolari inoltre è necessario postulare l'esistenza di una loro specifica rappresentazione fonologica.

- DISLESSIA, VIA NON LESSICALE o SUBLESSICALE

Per quanto riguarda la via non lessicale del modello a doppia via, detta anche via sub-lessicale di transcodificazione, tale sistema traduce i singoli grafemi nei corrispondenti fonemi in virtù di una corrispondenza scritto-suono vincolata a specifiche regole; ai singoli grafemi quindi verrebbe assegnato il fonema più frequentemente associato; più precisamente la procedura non lessicale consiste in una sequenza di tre operazioni:

-           una prima estrazione dei grafemi della non-parola o parola sconosciuta scritta.

-           una seconda operazione di traduzione dei grafemi in fonemi.

-           una terza operazione di assemblaggio dei fonemi per la costruzione della parola.

Questo modello sembra essere confermato da diversi studi.

Secondo tale interpretazione tuttavia il sistema non lessicale consiste in un unico livello di analisi che coinvolge soltanto i grafemi.

Secondo Shallice invece, la conversione scritto-suono coinvolge parallelamente più livelli, e cioè non solo i grafemi ma anche altre unità ortografiche, come i morfemi, le sillabe e i gruppi consonantici; i livelli più alti sarebbero quelli più sensibili al danno neurologico.

- MODELLI COGNITIVI PER ANALOGIA LESSICALE

Secondo i modelli per analogia lessicale, la conversione scritto-suono delle non parole deriva dall'utilizzo di rappresentazioni fonologiche di parole precedentemente immagazzinate nel lessico fonologico. Queste ultime sarebbero interconnesse in base al grado di somiglianza ortografica e fonologica, sicché la presentazione visiva di una non parola attiva tutte le parole o i morfemi simili.

La pronuncia quindi verrebbe ricavata dal recupero della fonologia dei singoli segmenti delle parole già immagazzinate nel lessico fonologico, e quindi deriverebbe dall'attivazione di un gruppo di rappresentazioni lessicali. In altre parole la pronuncia di una non parola viene recuperata per analogia con parole conosciute che contengono gli stessi segmenti di lettere.

- DISLESSIE E LESIONI CEREBRALI: CLASSIFICAZIONE DI BENSON

Benson ha proposto una classificazione neuroanatomica delle dislessie, riportando tre principali sindromi alessiche:

L’alessia parieto-temporale legata a lesioni parieto-temporali, che corrisponde all’alessia con agrafia, caratterizzata da:

-           deficit nella lettura ad alta voce di lettere, parole e numeri.

-           deficit nella comprensione di lettere e parole.

-           agrafia caratterizzata da paragrafie e disturbi aprassici con capacità intatta di copiatura di materiale scritto.

L’alessia occipitale è legata a lesioni occipitali e corrisponde all’alessia senza agrafia o alessia pura che presenta le seguenti caratteristiche:

-           incapacità totale di identificare singole lettere e parole.

-           Difficoltà nella lettura ad alta voce e nella comprensione delle parole.

-           Deficit i transcodificazione.

-           Lettura di cifre conservata.

L’alessia frontale o third- alexia spesso osservata negli afasici di Broca, caratterizzata da un’alessia letterale e dall’incapacità di denominare le lettere che compongono le parole ed anche dalla difficoltà di lettura e comprensione delle strutture sintattiche del linguaggio.

- DISSOCIAZIONE TRA LETTURA DI NUMERI ARABI E NUMERI-PAROLA

È noto che i numeri possono essere espressi sia in codice alfabetico, ad esempio con la parola scritta “cinque”, che in codice idrografico, come nel caso del codice numerico arabico. In quest'ultimo caso i numeri sono degli ideogrammi che non possiedono alcuna informazione riguardante la loro pronuncia; al contrario i numeri espressi in codice verbale in italiano sono parole fonologicamente trasparenti.

L'esistenza di una doppia dissociazione tra la capacità di lettura di materiale alfabetico e di numeri in codice arabico è dimostrata dall'osservazione che spesso i pazienti dislessici per il materiale alfabetico sono in grado di leggere e comprendere i numeri; inoltre, anche se più raramente, sono stati osservati casi di dislessie specifiche per i numeri espressi in codice arabico. Ciò fa supporre l'esistenza di due procedure di lettura funzionalmente distinte, una specializzata nell'elaborazione del materiale alfabetico e un'altra nell'elaborazione di numeri espressi in codice arabico.

- CLINICA DELLE DISLESSIE

La diagnosi di dislessia viene fatta sulla base della capacità del paziente di svolgere diversi tipi di compito, tra i quali quello dell'identificazione di singole lettere, della lettura ad alta voce di parole e non parole, dell'attribuzione ad esse del significato corretto, dell'accoppiamento della parola scritta ad una figura corrispondente e della capacità di distinguere parole da non parole.

Sulla base dei risultati la diagnosi di dislessia viene fatta qualora siano presenti i seguenti tipi di errore:

–         Errori visivi, in cui il paziente pronuncia una parola ortograficamente simile alla parola stimolo.

–         Errori semantici o paralessie semantiche in cui si ha la produzione di una parola semanticamente affine.

–         Errori morfologici in cui l'errore è limitato al morfema mentre la lettura della radice è corretta.

–         Errori di lessicalizzazione, consistenti nella sostituzione di una non parola con una parola ortograficamente simile.

–         Sostituzioni di parole funzione.

- DISLESSIE CENTRALI E PERIFERICHE

Riguardo alla classificazione della dislessia acquisita, Shallice e Warrington hanno proposto una distinzione tra dislessie periferiche, in cui il deficit riguarda gli stadi più periferici dell'elaborazione, e dislessie centrali, in cui il deficit riguarda processi di elaborazione centrali.

Fanno parte delle dislessie centrali la dislessia profonda, la dislessia diretta, la dislessia fonologica e la dislessia superficiale.

Fanno parte delle dislessie periferiche l’alessia pura o alessia senza agrafia, la dislessia da negligenza spaziale e la dislessia attenzionale.

 

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